Citata nei documenti dal 1212, fu ricostruita nel XV secolo, ampliata una prima volta nel 1592 e poi nel 1866. Fino al 1640 fu chiesa curaziale di Sopracqua, la comunità della metà superiore della Pieve di Rendena che comprendeva i paesi di Giustino, Massimeno, Vadaione, Pinzolo, Baldino e Carisolo. Numerosi affreschi sono andati perduti, rimangono, tuttavia, la Nascita di Gesù e La morte della Madonna di Simone II Baschenis. Da ricordare anche il magnifico altare maggiore (1530), in legno intagliato e dorato, capolavoro dello scultore bresciano Stefano Lamberti.
Il municipio di Giustino è una testimonianza di archeologia industriale. Il paese è stato infatti caratterizzato, per molti anni e in fasi diverse, dalla fine del 1700 al 31 dicembre 2006 (quando si è conclusa l’estrazione del feldspato dalle cave ad est di Giustino), dall’attività mineraria. La “casa” della comunità è stata ricavata dalla stazione di arrivo della teleferica per il trasporto del materiale estratto. Sulla facciata principale ci sono ancora le tramogge da cui usciva il quarzo grezzo che veniva poi caricato sui mezzi di trasporto.
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