La valle iniziatica
Sant'Agostino - Confessioni, Libro X, capitolo 8, paragrafo 15.
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Tra cielo e terra
matteo lo saMatteo ha deciso, ha solo bisogno di sentirselo anche nelle gambe.
Non è insolito che il suo percorso conduca in alto, in tutti i sensi. È giovane e caparbio, un combattente di quelli che dona, non che sottrae.
Lo zaino è già pronto. La valle si apre in un abbraccio davanti a lui. Verticale, selvaggia, quasi inaccessibile. Per imboccarla deve guadare un fiume immergendo piedi e polpacci nell’acqua gelida. Assapora quell’attimo e il suo profondo significato di purificazione. La valle lo sta accogliendo.
Il sentiero è ripido e costante, proprio quel che cerca. Si perde nel dialogo silenzioso con la montagna. Ogni passo è una domanda, una risposta, una preghiera sussurrata. È un alpinista forte, abituato alla fatica, ma questa salita ha un significato diverso. Non è solo una vetta da conquistare, è un viaggio dentro di sé.
non è mai soloPensa al cammino che ha scelto, a quel sì che sta per pronunciare davanti a Dio. Diventare prete in un certo senso è come una scalata… un’ascesa che richiede impegno e restituisce pienezza, è fatica e gioia insieme. E quell’ambiente gli ha già insegnato molte cose: la pazienza, l’umiltà, la capacità di ascoltare, il valore della semplicità.
Osserva con ammirazione gli stambecchi che avanzano con la sicurezza di chi appartiene a questi luoghi. Anche lui vorrebbe essere così: libero, saldo, in perfetto equilibrio tra cielo e terra.
Un vento freddo scende dal passo, come un respiro. Gli stambecchi, decisi, si dirigono verso la cresta. Affrontano il tratto più difficile, dove il sentiero si stringe e un cordino d'acciaio aiuta chi osa salire. Per loro è un gioco, lo sorpassano senza esitazione, il loro viaggio è una danza con la pietra.
Si ferma, poggia la mano sulla roccia fredda e chiude gli occhi. Si sente piccolo, fragile, eppure parte di qualcosa di più grande che lui sente da sempre al suo fianco. In alta quota non cerca risposte, ma esempi: resistere, adattarsi, accettare il proprio posto nel mondo.
Forse, pensa, la fede è come la montagna: non si possiede, non si domina, si vive.
Riprende a camminare, su, fino al passo che si apre sul nevaio. E a quella vista indescrivibile si inginocchia grato davanti all’inizio del suo cammino.