Valle di Lorina

La semplice

Per scoprire...

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...per scoprirsi

Particolari importantiOgni anno i due amici se ne andavano in giro per le cime dei monti ad ammirare panorami frastagliati e orizzonti infiniti scolpiti sulla catena alpina.

Ma oggi bisognava stare in famiglia, le rispettive compagne non avrebbero tollerato un’altra defezione dagli obblighi familiari. Ciò comportava dedicare il loro tempo anche ai figli, insegnare loro l’amore per la natura e la montagna, ed era imperativo iniziare fin da giovani.

“Oggi andiamo in Val Lorina. Prendete i passeggini e tutto l’occorrente per fare un bel pic-nic, ci fermeremo alle Baite di Lorina a fare un bello spuntino” disse Alberto.

Lasciate le auto al parcheggio della cascata d’Ampola, la comitiva si addentrò nella valle. Il tragitto, quasi pianeggiante e su strada asfaltata, aveva indisposto l’amico Gianni. Tutte le estati veniva in ferie e Alberto si preoccupava di portarlo sulle vette, lungo sentieri ripidi, a calpestare la nuda roccia ed ora, invece, si ritrovava in quella valle dantesca, priva di panorami ampi dove l’ombra la fa da padrona.

“Ma questa valle è tristissima!” bofonchiò Gianni “non ci sono panorami ed è così stretta che sembra di entrare in una grotta!”

“Sai. Non ti ci avevo mai portato” disse Alberto “ma questa valle la percorro molte volte in un anno. Grazie al suo essere appartata e alla dolcezza della pendenza mi aiuta ad estraniarmi dalla quotidianità, a ritrovare il focus grazie ai suoi particolari e alla sua semplicità”.

“I particolari? La semplicità?” lo interruppe bruscamente Gianni “non sono niente rispetto alle ampie viste, ai panorami senza confini che ti offre una veduta aperta unica. Così si coglie l’essenza dei luoghi, come illustro mirabilmente nei miei racconti”.

“La tua visione da lontano” disse Alberto “non è in grado di raggiungere i dettagli nascosti nella profondità di questi spazi. Le tue sono rappresentazioni generali che ritraggono magnificamente una forma… ma sono prive d’anima. Come puoi pensare di sintetizzare un corpo complesso se ne ignori la complessità stessa? L’anima è la sommatoria di tanti piccoli dettagli e non bisognerebbe confondere la semplicità con la semplificazione”.

Comprendeva di aver ferito l’orgoglio dell’amico dal momento stesso in cui aveva proferito quelle parole, ma il dado ormai era tratto e aveva imparato sulla propria pelle quanto le critiche possano trasformarsi in nuovi e ottimi stimoli, una volta superato il disappunto e l’irritazione provocati dall’orgoglio ferito.

Proseguirono in silenzio, circondati da pareti di roccia e alberi, ognuno assorto nei propri pensieri. Dopo quella conversazione non ebbero più modo di confrontarsi, Alberto se ne era andato pochi mesi dopo portato via da un destino ineluttabile.

Anni dopo“Nonno! Nonno! Abbiamo trovato i megalodon sulle pareti di roccia! Ci racconti di nuovo la loro storia?”

“Quando arriviamo alla fontana…” disse Gianni “ora voi andate avanti e preparate le panche in ordine che il nonno arriva con calma”.

I bambini partirono di corsa, vocianti e lui si commosse un’altra volta pensando alle lontane parole dell’amico e quanto fosse stata profonda quella verità tanto quanto quella gola che da allora si ostinava ogni estate a percorrere. Mentre si asciugava gli occhi imperlati di lacrime si sedette sulla panca preparata dai nipoti che trepidanti aspettavano in cerchio l’inizio del racconto… ”Dunque, dovete sapere che milioni di anni fa qui c’era il mare e…”