Camposanti e monumenti ai caduti
La tragicità della guerra si legge ancora oggi nelle liste interminabili di giovani uomini, partiti per il fronte galiziano e non più tornati, impresse nei monumenti ai caduti eretti in tanti centri abitati del Trentino. Questo è il solo ricordo sopravvissuto di tutte quelle persone che non fecero più ritorno; mentre le loro spoglie scomparivano come pallide ombre anonime nei lontani campi di battaglia dove furono ben pochi a trovare degna sepoltura.
La stessa sorte toccò ai soldati inviati sul fronte giudicariese: forestieri provenienti dall’Italia, Austria, Croazia, Germania, Cecoslovacchia e Polonia furono nei casi più fortunati inumati nei cimiteri militari, mentre in molti altri solo i loro nomi trovarono riposo sulle stele dei cimiteri, abbandonati negli ossari o in una terra straniera dove nessuno li conosceva.
Fu soprattutto sul massiccio dell’Adamello che si consumò il numero maggiore di vite, a causa degli scontri continui per accaparrarsi una vetta, per poi perderla il giorno dopo, oppure degli eventi naturali indotti dall’ambiente alpino.
Cimitero di Malga Clef (Pieve di Bono-Prezzo)
Monumento ai caduti e cannone (Pelugo)