Val Nardis

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La valle raminga

Non vivo in me stesso, ma divento parte di ciò che mi circonda; e per me le alte montagne sono un sentimento, mentre il brusio delle città umane è una tortura. 
Lord ByronChilde Harold's Pilgrimage

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La Val Nardis raccontata da Francesca

Ho percorso decine di volte il sentiero ripido e isolato che dalla Val Genova risale la Val Nardis. Ogni volta è stato un viaggio. Dovessi descrivere ciò che ho provato la prima volta, lo racconterei così.

L'ascesa in Val NardisCome un ramingo senza meta mi sentivo un'ombra tra gli alberi della valle isolata.
Salivo per il bene che la fatica fa al mio corpo, per pensare e per liberare la mente, per stare con me stessa.
Il sentiero si inerpicava verticale tra la vegetazione fitta, una via incerta sotto i miei passi erranti. Avanzavo senza una meta precisa, spinta solo dal ritmo del mio respiro e dal battito dei passi sulla terra umida.

Ad ogni metro guadagnato, qualcosa in me si accendeva. La fatica si mescolava alla gioia, la resistenza del corpo si trasformava in una sfida interiore.
Quando raggiunsi Malga Nardis, circondata dai boschi e dalle acque, mi fermai un istante, osservai il cielo aperto sopra di me e decisi: avrei continuato. Raggiunsi Malga dei Fiori, adagiata sulle coste erbose dei vecchi pascoli abbandonati, e ancora su fino ai silenzi del Bivacco Roberti, accogliente riparo in bilico sulla montagna.

Il cammino si fece più difficile, il vento più freddo, le pietre più taglienti. Ogni passo era un peso, ma il richiamo della vetta divenne un sussurro irresistibile. Sempre più isolata non mi sentivo affatto persa.
Poi, tra le nubi rarefatte, vidi la cima stagliarsi sopra di me. I pensieri si fecero chiari e sentii di appartenere a qualcosa. Ogni sasso, ogni raffica di vento, ogni traccia di neve era parte di me. Continuai a salire, sempre più stanca, ma sempre più leggera.

Quando, con piede stremato, ho accarezzato la cima della Presanella, ho sorriso con ogni molecola del mio essere all'infinita bellezza che si apriva al mio sguardo. Poi chiusi gli occhi e respirai a fondo. Mi sono fusa con quella valle, con la sua aria sottile e la roccia eterna.
Restavo raminga nell'anima, ma in quel momento, in quel luogo, ero presente come non lo ero mai stata.

RAMINGO: agg. [der. di ramo] (pl. m. -ghi). – Che va errando senza una meta precisa e senza un luogo dove poter sostare a lungo.

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