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Fare arte è “prendersi cura degli altri”

Autore: Giulia Cirillo

Fare arte è “prendersi cura degli altri”

Dagli studi di scenografia alla pittura, Daniela Casoni è interprete di un’arte che, tra le luci, le ombre e i colori dell’esistenza, coglie il senso della tenerezza e l’attenzione per gli altri.

“A sera quando quest’orologio si spegne e tutto riposa, possiamo chiederci se le nostre ombre sono servite a qualcosa o a qualcuno. Per questo il dipinto che ho immaginato ad incorniciare la meridiana vuole essere una lode a Dio per tutto ciò che ha messo a nostra disposizione. Una lode per averci dato il tempo e la vita per crescere.” Daniela Casoni

Daniela Casoni nasce a Milano e muove i primi passi verso l’arte frequentando il liceo artistico e, successivamente, appassionandosi agli studi della famosa Accademia di Brera, in particolar modo dedicandosi alla scuola di scenografia. Ogni grande passione nasce o viene alimentata da qualcuno che ce la trasmette, da un mentore, per Daniela il professor Varisco che contamina e impreziosisce la sua arte insegnandole la regola fondamentale che chi lavora nel mondo dell’arte conosce bene: guardare il mondo da un’altra prospettiva, scoprendo l’infinito e diversamente interpretabile universo di luci, ombre e colori. In un’interessante chiacchierata con Daniela, le ho posto alcune domande sulle mie curiosità - sperando siano anche le vostre - che riguardano la sua più grande passione: la pittura.

L’arte come necessità e scoperta di séQuali sono le ragioni che ti hanno spinta a fare arte? Mi sono sempre trovata a mio agio tra i colori. Il benessere che provo e la concentrazione che ottengo mentre dipingo sono sensazioni irrinunciabili che mi hanno accompagnata nel mio percorso artistico, fin dalla giovane età. Per me dipingere è rispondere ad un bisogno primario e vitale come il mangiare o il dormire ed è anche uno strumento che utilizzo per approfondire la conoscenza degli altri e soprattutto di me stessa. Ogni quadro, ogni tela esprimono una parte di me a volte sconosciuta.

Qual è il soggetto che preferisci dipingere, se c’è? Tutto quello che mi suscita tenerezza diventa il mio soggetto preferito, ogni cosa che ha un lato nascosto, inosservato e pieno di affettuosità e dolcezza.

Quali sentimenti provi quando dipingi? Dipingere, oltre a darmi piacere e a collegarmi in modo intimo alle persone, è un modo per prendermi cura degli altri catturando i loro gusti e le loro emozioni e anche per ascoltare me stessa.

Tra tecniche, stili e ispirazioniQuale corrente artistica ti attrae di più e perché? Le correnti artistiche sono tutte un riflesso del loro tempo, per questo ognuna ha particolarità proprie e specificità affascinanti, per questo mi attraggono tutte. Allo stesso modo non c’è uno stile che preferisco rispetto agli altri, mi incuriosisce sperimentarne diversi cercando sempre di personalizzarlo e di aggiungere qualcosa di mio.

Come descriveresti la tua tecnica? Equilibrata, meticolosa, morbida. Seguendo il flusso del momento e delle esigenze presenti, negli anni mi sono sbizzarrita con diverse tecniche, ognuna delle quali mi ha insegnato e lasciato qualcosa. Poi, in tempi recenti, ho affinato una tecnica che mi permette di dipingere le tele riconoscendo gli oggetti attraverso le loro ombre, le luci, i cambi di colore e le sfumature. I miei occhi “macchiati” mi hanno richiesto uno sforzo in più, mettendomi di fronte alla sfida di modificare il mio modo di operare, ma anche questa volta ho scoperto qualcosa di inaspettato e nuovo di me stessa e di ciò che l’arte e la creatività possono offrire.

Cosa stimola la tua creatività e qual è la tua maggior fonte di ispirazione? Gli altri, i loro desideri, la loro emotività. Il dipinto è l’incontro del mio sguardo con il mondo, i suoi dettagli, compresi quelli invisibili e preziosi che a volte riesco a cogliere.

L’arte come memoria, verità e accoglienzaUn artista del passato che apprezzi particolarmente e perché? Caravaggio, perché dipinge “ciò che vede”, le parti luminose di ogni soggetto, ma anche i suoi difetti, senza timore. Mi piace “l’arte del vero”.

Una tua riflessione su Campiglio di ieri, di oggi e su come te la immagini in futuro… Campiglio è una vera perla, dalle origini semplici e per certi versi umili. Certo, il PERSONE PEOPLE tempo e il turismo hanno portato novità, cambiamenti e miglioramenti, ma non sempre… A volte sembra un po’ dimenticarsi della sua anima originaria. naturale e tipica.

Quanta importanza, dovrebbero avere la cultura e l’arte nella promozione turistica del nostro territorio? L’arte e la cultura sono sempre state sinonimo di libertà d’espressione, di ascolto e di accoglienza di tutto ciò con cui si viene a contatto: dalle persone alle esperienze. Anche l’arte, dunque, come le altre attività turistiche, consiste in uno dei possibili modi attraverso il quale accogliere chi ci sceglie, in estate o in inverno, per trascorrere il proprio momento di riposo e di stacco dalle attività frenetiche quotidiane.

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