Franca Ciaghi racconta la sua vita al Mildas: nel 2026 sessant’anni d’amore per l’arte dell’ospitalità
Il Mildas apre il 21 luglio 1966 in piazza Collini a Pinzolo. Poi, nel 1982, dovendo lasciare l’edificio della Famiglia Cooperativa che avrebbe dovuto essere ristrutturato, si trasferisce a Madonna di Campiglio, presso l’Hotel Des Alpes, dove rimane per quattro anni e mezzo. Nel 1986 trova la sua casa definitiva riaprendo, il 26 luglio, a Giustino.
L’eccellenza nella scelta dei prodotti e la semplicità nell’esecuzione sono le priorità di Raul e Franca.
Il cibo invita al viaggio tra ciò che siamo e ciò che eravamoSedersi alla tavola del Mildas, il noto ristorante che si trova a Giustino, nell’antico borgo di Vadaione, è vivere un’esperienza speciale che unisce l’eccellenza della cucina al calore di casa. Varcato l’ingresso, il suono pieno e morbido del vinile avvolge gli ospiti in un rasserenante abbraccio. Franca Ciaghi ha appena riposto sul giradischi “La vie en rose” di Edith Piaf, scegliendola dalla sua personalissima e ricercata collezione. La musica addolcisce l’atmosfera della sala e attenua la solennità delle volte a crociera con le antiche colonne in granito. Franca accenna un elegante passo di danza e sorride. La passione per l’ospitalità è la sua vita: prima al fianco del marito Mirko Pizzini, oggi con il figlio Raul. Il primo è stato il fondatore del progetto Mildas, creando ricette che dopo tanti anni ancora deliziano il palato dei commensali. Il secondo rappresenta la continuità, impreziosendo i menù del padre con nuove intuizioni gastronomiche. Insieme sono gli autori di una proposta specialissima, una cucina della memoria, potremmo dire. Nella “Recherche du temps perdu” il sapore della madeleine risveglia, improvvisamente, dimenticati ricordi d’infanzia. Al Mildas sono gli “Spaghetti alla Mirko”, una ricetta che profuma di sole e Mediterraneo, o il particolarissimo gelato alla ricotta, entrambi serviti da almeno mezzo secolo, a far emergere lontane emozioni.
"Qui non solo lavoriamo, ma viviamo, e siamo contenti".
Un sogno negli anni del cambiamento: la nascita del Mildas“Mirco lavorava nei cantieri - racconta Franca - ma la sua visione era quella di creare. Ha creduto in ciò che sentiva e ha rischiato, iniziando la sua avventura con cinquecentomila lire in tasca, un mutuo di 15 milioni, e tanti sogni. Il primo Mildas, inaugurato a Pinzolo, in piazza Collini, era bar, rosticceria e pizzeria: la prima della zona. Ne esisteva solo un’altra, a Tione, ma da asporto. L’attività prese subito piede, ricevendo molti apprezzamenti dalla gente del paese e della valle. La cucina era a vista e la proposta, per quel periodo, decisamente moderna”. Siamo nei Sessanta: boom economico, tensioni sociali, desiderio di ribellione e di libertà. Tutto sembra possibile e i giovani ridefiniscono cultura, politica e costume. “Per farvi capire che tempi erano - spiega “l’ostessa” - vi racconto che, dopo aver conosciuto Mirko nel 1967, decidemmo di andare a vivere insieme. Allora insegnavo alle scuole medie di Spiazzo e la preside mi inviò un richiamo scritto, invitandomi a tornare alla casa paterna. Per le donne era una novità anche solo andare al bar. Poi, negli anni la gente si è affezionata: tante ragazze e tanti ragazzi hanno lavorato al Mildas per pagarsi gli studi. Un’intera generazione è passata dal ristorante di piazza Collini, e quando è stato chiuso è stato un dispiacere per tutti”.
Franca Ciaghi: “I miei ospiti sono la linfa del mio esistere”
Il salto a Madonna di Campiglio: eleganza, successo e nuove sfide“Nel 1982 - prosegue - abbiamo ricevuto la chiamata di Mario Bertelli, il proprietario del Grand Hotel Des Alpes, appena rinnovato. Accettata la proposta, ci siamo rimessi in gioco a Madonna di Campiglio, nello stesso edificio che un tempo era stato la sala da pranzo e delle feste di Francesco Giuseppe e Sissi. Qui, dove l’ambiente era molto elegante, con una mise en place originale e arricchita da pezzi storici, abbiamo proseguito il nostro successo. Sono state le stagioni dei grandi ospiti, dei ricchi e di una clientela di alto profilo. Complici due inverni senza neve a Cortina, l’attenzione si spostò sulle nostre montagne e molti turisti scoprirono Madonna di Campiglio. Il problema, però, era l’affitto elevato al quale non corrispondeva una continuità di lavoro. L’attività si concentrava nei fine settimana con richieste molto numerose alle quali non sempre riuscivamo a dare risposta. Nel resto della settimana, invece, c’era troppa calma”.
La casa definitiva: il Mildas oggi, tra storia, famiglia e ospitalitàNel 1986 la famiglia Pizzini diventa proprietaria, a Giustino, della parte di immobile dove il Mildas si trova attualmente. È l’inizio del terzo capitolo. “Lo abbiamo restaurato completamente - ricorda Franca Ciaghi - creando un locale con uno stile che ci rappresenta pienamente: sobrio ma caldo, semplice ma di classe. Sento la storia e il significato di questa casa: convento fino al 1630, poi stalla per i cavalli, con al piano superiore la locanda L’Opinione che, sulla tratta Brescia-Merano, era il posto dove si fermava la diligenza per raccogliere la posta, trasmettere le notizie, fare una sosta. Secoli di vicende che hanno lasciato il segno. Chi sa ascoltare e vedere, lo percepisce. Nel rispetto dell’origine sacra del luogo che ospita il ristorante, mi piace ricordare che anche mangiare è un rito”. Con il trascorrere del tempo le problematiche del settore sono cambiate. “Ora, al centro del progetto, c’è il rapporto con i collaboratori: è fondamentale. Io e Raul ci teniamo molto. Qui c'è famiglia e chi lavora con noi deve stare bene. Contrariamente alla tendenza che vorrebbe un certo distacco tra datore di lavoro e dipendente, io credo che si vada avanti solo insieme. Esigo rispetto ma so bene che questo lavoro impone orari difficili e l’impegno del fine settimana. L’armonia tra di noi è la condizione indispensabile per raggiungere l’obiettivo più importante: offrire al cliente la migliore ospitalità. Così, a settantotto anni, continuo a lavorare perché ho il piacere di farlo. Apprezzo la relazione con le persone, che mi portano il mondo qui, al Mildas, e mi aiutano a tenere la mente attiva. Oggi accolgo la quarta generazione di ospiti, una clientela meravigliosa, con cui c’è una soddisfazione reciproca. Il lavoro in ristorante - dagli acquisti all’accoglienza, dalla gestione generale al racconto dei piatti e della nostra storia - mi dà moltissimo e genera un riscontro affettivo, mi sento coccolata e apprezzata. Per ultimo, ma non meno importante, faccio quello che desidero. L’età me lo permette”. Parola di Franca Ciaghi, la signora dell’ospitalità!