La voce silenziosa delle api
Uno sguardo, approfondito, amorevole e affascinato, sul mondo delle api e i progetti in corso in val Rendena per proteggerle.
Storia e NaturaEra il 1962 quando la biologa e zoologa statunitense Rachel Carson scrisse il libro Silent Spring (Primavera silenziosa), pietra miliare dell’ambientalismo internazionale. Da allora, nonostante fiumi di parole e di buoni propositi abbiano inondato il mondo, quel silenzio, anziché riempirsi di magici trilli di usignolo e frinire di grilli, è diventato ancora più assordante e cupo. Oggi, a qualche decennio di distanza, il progressivo e inarrestabile declino nella varietà e moltitudine di insetti, volatili e infinite creature d’ogni specie che un tempo popolavano prati e boschi ad ogni latitudine, e che la Carson aveva con grande intuito colto già allora, è evidente a tutti.
Forse, distratti e incantati dalle lusinghe e dalle meraviglie del progresso, abbiamo scelto di vivere nell’illusione che l’uomo potesse emanciparsi dalla natura, permettendo alla chimica di eliminare tutto ciò che era considerato d’intralcio o dannoso alla gloriosa e inarrestabile marcia trionfale della nostra specie. Ora che le inevitabili conseguenze di tutto ciò cominciano a sfiorare le nostre belle tavole imbandite, all’improvviso, svanite le vane promesse, percepiamo il silenzio della natura non più con indifferente sufficienza, ma come incombente ed inquietante minaccia alla nostra sopravvivenza. Ed iniziamo a preoccuparci. Giustamente.
IL DESTINO DELLE API E DEGLI APICOLTORI
Gli insetti impollinatori, in particolare le api, svolgono un ruolo fondamentale ed insostituibile non solo nel mantenimento della biodiversità floreale, ma anche e soprattutto nella produzione alimentare. Grazie alle api la terra produce circa l’80% del cibo che mantiene in vita 8 miliardi di persone.
Ma cosa sta succedendo alle api?Perché il loro numero si sta riducendo a vista d’occhio e perché gli studiosi avvertono di una loro possibile, anzi probabile, rapida estinzione? Le cause sono molte, ma tutte riconducibili ad un “peccato originale” dell’uomo: l’aver pesantemente interferito nei processi naturali che regolano gli ecosistemi con l’impiego massiccio e spesso indiscriminato di pesticidi, la riduzione del territorio non antropizzato, le interferenze sul clima, l’importazione, attraverso il commercio internazionale di api, di un terribile parassita asiatico chiamato Varroa Destructor, la presenza di campi elettromagnetici sempre più invasivi e chissà quante altre ragioni ancora sconosciute. E così le api non riescono più a vivere allo stato selvatico o perlomeno solo poche ci riescono, come dimostrato da uno studio condotto nella Schwarzwald (Foresta nera, Germania) e pubblicato su PubMed. Ciò significa che il destino delle api è indissolubilmente legato a doppio filo con il destino degli apicoltori. L’estinzione delle api sarà quindi l’inevitabile conseguenza di un’eventuale estinzione degli apicoltori.
Il valore del mieleE allora cosa possiamo fare per contribuire alla salvezza delle nostre api italiane? In primis salvare dall’estinzione gli apicoltori, sostenendoli nel loro paziente ed impegnativo lavoro quotidiano. L’Italia, pur essendo, purtroppo, fanalino di coda europeo nel consumo di miele, incredibilmente ne importa dall’estero decine di migliaia di tonnellate all’anno. Miele spesso sofisticato e di scarso valore nutrizionale che, con una sleale concorrenza, sta mettendo in ginocchio il comparto apistico italiano costringendo migliaia di aziende alla chiusura. Il buon miele, espressione del territorio sul quale viene prodotto, è un prezioso alimento e non un semplice edulcorante. Contiene minerali, proteine, vitamine, è batteriostatico e potenzia il sistema immunitario, il suo intrinseco valore non può essere sminuito. Possiamo poi aiutare le api diventando apicoltori o adottando un’arnia, piantando e seminando nei nostri giardini piante e fiori melliferi e nettariferi. Possiamo dire no ai fitofarmaci, all’aumento dei limiti di tolleranza dell’inquinamento elettromagnetico. Possiamo anche solo imparare ad amare le api per quel che sono e per tutto ciò che fanno.
Il mondo degli insetti è minuscolo, laborioso, instancabile e va tutelato.
“Una apis nulla apis”La natura e la scienza ci insegnano che nulla, nel perfetto equilibrio del Creato, è casuale o superfluo, che ogni organismo partecipa attivamente al sistema conservandone al meglio l’integrità e contrastando la sua intrinseca tendenza entropica al disordine. Chi meglio delle api – esempio paradigmatico di superorganismo nel quale la famiglia, retta da regole inflessibili, risulta perfettamente coesa, solida e solidale - può farci comprendere l’importanza di preservare e tutelare quell’infinito, minuscolo, laborioso e instancabile mondo degli insetti? Ci insegnano gli antichi latini che “Una apis nulla apis” cioè che un’ape da sola equivale a nessuna ape. Che ne sarà delle api, seppure molte, su di una terra arida, sterile e priva di insetti? Mentre a noi “rendeneri” contemporanei, ai quali con grande generosità è stato concesso di vivere in un territorio tanto bello quanto delicato e fragile, non resta che provare con coraggio ed entusiasmo a preservare e valorizzare ciò che ci è stato temporaneamente assegnato per tramandarlo, quanto più intatto possibile, alle nuove generazioni.
L’apiario integrato e l’apisoundInoltre, in prossimità del Centro, c’è l’obiettivo di realizzare un apiario integrato, cioè una struttura indipendente nella quale saranno integrate alcune arnie popolate da centinaia di migliaia di api. I visitatori potranno così osservare all’opera, in completa sicurezza, questo splendido insetto e beneficiare dell’aromaterapia, respirando il soave profumo di miele, nettare, oli essenziali e resine che hanno un’azione balsamica, disinfettante e fluidificante. Sul favo, le api, con il veloce battito delle loro quattro ali, producono un tipico ronzio alla frequenza di risonanza di 432 Hertz, vibrazioni, queste, conosciute come “suono della natura”. Il corpo umano entra continuamente in risonanza con tali vibrazioni naturali in grado di creare armonia ed equilibrio. Conosciuto in apiterapia con il termine di apisound, migliora la qualità del sonno, abbassa i livelli di stress e può aiutare a potenziare la funzione cognitiva, aumentare l’energia e ridurre il dolore.
IL BIOMONITORAGGIO DEL POLLINE
Ha preso il via nel mese di maggio 2024 un’altra importante ed innovativa iniziativa della nostra Associazione con il patrocinio del Comune di Pinzolo e dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio e la collaborazione del Parco Naturale Adamello Brenta Geopark. Si tratta del primo biomonitoraggio del polline raccolto dalle nostre api sul territorio della Val Rendena, da Verdesina a Passo Campo Carlo Magno. Undici stazioni, composte ciascuna da due arnie posizionate a tre chilometri di distanza l’una dall’altra (raggio medio d’azione dell’ape), consentiranno, nei mesi di maggio e luglio, la raccolta di 88 campioni di polline che, in collaborazione con la Libera Università di Bolzano e l’entomologo Sergio Angeli, saranno analizzati in relazione a quasi 600 composti chimici, fornendo un preciso ed imparziale resoconto ambientale del territorio. La realizzazione di questa impegnativa ed esclusiva iniziativa è stata resa possibile grazie all’impegno e alla determinazione dell’Assessore del Comune di Pinzolo Giuseppe Corradini che, da tempo, sostiene e realizza progetti in favore della biodiversità, oltre al sostegno dell’Azienda per il Turismo con il direttore Matteo Bonapace che ha creduto nella validità del progetto. L’ape, da millenni, è considerata speciale oltre che per la sua insostituibile opera d’impollinazione anche per il superorganismo che realizza all’interno dell’alveare nel quale ogni singola ape è parte integrante e necessaria per l’esistenza e la sopravvivenza della colonia stessa. L’ape diventa così la quintessenza del galantuomo e della gentildonna: un esempio unico di coraggio, generosità, laboriosità, altruismo, dedizione, rispetto delle regole e sincerità, per nominare solo alcune delle sue virtù. Le stesse, del resto, alle quali anche noi tutti siamo chiamati.