Case di montagna e d'amore

Autore: Alberta Voltolini

Una storia di passione smisurtata per l'arredamento. Stefania Sanna progetta interni in tutta Italia e a Madonna di Campiglio. Arte e natura ispirano il suo stile che sorprende per creatività e straordinaria capacità di reinventare i materiali.

Stefania Sanna: case di montagna e d'amore

interior designerL'interior designer è una professione creativa, affascinante e, nello stesso tempo, complessa. Quando ha compreso che sarebbe diventato il lavoro della sua vita?

La passione, grande, per l’arredamento mi caratterizza da sempre, accompagnata, fin da giovanissima, dal piacere di apparecchiare la tavola e consultare riviste specializzate sul design, la casa e gli arredi in tutte le declinazioni. Alla professione di interior designer ci sono arrivata dopo il liceo classico e una laurea in filosofia. Mentre frequentavo l’università, e contemporaneamente collaboravo con una bottega di antiquariato, ho capito che la mia strada sarebbe stata un’altra e ho cominciato a interessarmi di questa figura e di un percorso formativo che andasse in questa direzione. Allora non c’erano scuole specializzate in questo ambito ma, a Firenze, l’Istituto per l’arte e il restauro di Palazzo Spinelli rilasciava il diploma di interior designer che ho conseguito dopo un triennio di frequenza obbligatoria.

i primi passiCome è iniziata la sua carriera?

Da libera professionista, il giorno dopo essermi diplomata. I primi passi non sono stati facili. Intanto che poche riviste di settore, come AD, raccontavano le storie e le esperienze di famosi designer internazionali, Bologna e provincia erano ancora ferme all’architetto e al mobiliere, professionalità che il progettista d’interni, a quei tempi ancora sconosciuto e difficile da introdurre sul territorio, accorda tra loro. La vita mi ha concesso di trasformare un sogno di ragazza nel lavoro della vita.

Dove nasce l'ispirazione?Letture, viaggi, stili, correnti, sensibilità personali... Quali sono le “muse” che ispirano i suoi progetti?

Ho riflettuto spesso su questa domanda e la risposta, chiara, l’ho individuata in due principi guida: la passione per l’arte, che alimento da sempre, e l’amore per la natura, inesauribile fonte d’idee. Mi appassiona tutto ciò che è espressione estetica dell’uomo: pittura, scultura, videoproiezione, manifestazioni figurative di ogni tipo. Sono perennemente in giro, in Italia e all’estero, per visitare musei e vedere mostre, e nei miei viaggi di scoperta e conoscenza trascino anche le mie figlie. Poi la natura, che dal mio punto di vista ci insegna tutto. Bisogna solo saperla leggere nella sua semplicità e associare alla nostra sensibilità. Nella natura trovo una grande ricarica e inesauribili spunti creativi.


"L'arte e la natura sono le mie fonti d'ispirazione"


Sanna-styleChe linguaggio parlano le sue abitazioni? Cosa non manca mai nei suoi progetti?

Pur avendo, in generale, una visione da cittadina, guardo alle case di montagna con un approccio d’amore che significa bypassare i puri insegnamenti di architettura e design, in altre parole quello che deve essere, per lasciarmi andare alla creatività del bambino, che fa molto parte di me. Le case che progetto in città sono eleganti e allo stesso tempo calde, quelle che propongo in montagna una diversa dall’altra, mai ripetitive. Ciascuna esprime la personalità di chi la abita, ma che siano minimali oppure decorative hanno un denominatore comune: il piacere di abitare una casa attenta all’armonia che ricerco in una sovrapposizione di oggetti, forme e colori con una mia linea. Non riesco a vedere la casa del cliente come un assembramento di mobili, legni e misure. Questo mi è completamento estraneo.

materiali ed elementiI suoi progetti sono caratterizzati da una straordinaria capacità di trasformare la tradizionale destinazione d’uso di un materiale in qualcosa di nuovo e inaspettato. Ci può dire qualcosa di più su questa particolarità?

Sono molto curiosa, attenta al mondo che mi circonda e mi piace sperimentare. Spesso trovo ispirazione in materiali che non sono utilizzati all’interno della casa. Per esempio, utilizzo la lamiera a patchwork per creare le cappe delle cucine, vecchi pezzi di tetto, le vostre scandole, per ricoprire i camini nei living di montagna e il lichene, in versione disidratata, per tappezzare le pareti del bagno.

Un giorno, in un negozio di bricolage, ho notato dei piccoli legnetti, scarti della legna da ardere. Mi sono piaciuti talmente tanto che ne ho comprati in quantità. Attaccati uno a uno, texturizzati e spruzzati in superficie con una vernice particolare sono diventati il rivestimento di un soffitto. Anche i pannelli per l’isolamento acustico o termico sono stupendi da rielaborare. Da un materiale fatto di micro-scaglie ho realizzato delle murature con un effetto elaborato e mosso. Tutti questi elementi, soprattutto quelli edili, reinventati nell’utilizzo e accompagnati da un meticoloso lavoro di calibratura della materia, m’intrigano da matti e mi danno delle fortissime sensazioni creative.
Infine la pelliccia, quella ecologica, libera da implicazioni etiche negative, di grande morbidezza, in montagna la utilizzo molto spesso: quella a pelo alto per i letti, nella classica soluzione del plaid, la soffice mongolia per confezionare i cappuccetti che rivestono le sedie oppure la pelle di cavallino bianco per i pouf o come prezioso intarsio delle ante in legno di una cucina.

collaborare con gli artigiani localiNella realizzazione dei suoi progetti collabora spesso con artigiani locali. In loro ha trovato le competenze e le professionalità che cercava?

Assolutamente sì, tant’è vero che li coinvolgo anche nella realizzazione di altri miei lavori fuori da Madonna di Campiglio. Considero la località, che frequento fin da ragazzina, più di una meta di vacanza, direi la vera e propria seconda casa che mi ha permesso di allacciare tante conoscenze e amicizie rivelatesi, piano piano, la via per selezionare i collaboratori con i quali avevo più affinità e che avevano voglia di seguire una “testa matta” come la mia. Non è mia abitudine replicare gli arredamenti e l’artigiano che lavora con me deve, di conseguenza, essere pronto a mettersi in gioco, ad assecondare questo mio desiderio, ad accompagnarmi nella sperimentazione di colori e finiture. All’inizio del mio percorso lavorativo sul territorio ho messo in discussione la lavorazione tradizionale del legno e dei tessuti, è stato un po’ difficile farsi apprezzare, ma ora, con i miei artigiani, c’è un rapporto di fiducia reciproca e loro sono i primi a essere felici di poter realizzare progetti particolari. Sia in Val Rendena che in Val di Sole ho incontrato artigiani molto bravi, appassionati e, al contrario di quanto spesso accade in città, disponibili in tempi brevi. Fanno squadra tra loro e con me e questo significa rispettare il cronoprogramma previsto, raggiungere il risultato e avere i clienti soddisfatti.


“La mondanità in equilibrio con la sobrietà dell'ospitalità e l'ambiente, meraviglioso in ogni stagione, sono i punti di forza di Campiglio”.


campiglio nel tempoCome ha visto Campiglio trasformarsi nel tempo? Quali i cambiamenti più importanti?

Ho visto tutti i passaggi e vissuto tutti i cambiamenti. Per alcuni anni, nate le mie figlie, non ci sono più venuta. Allora riuscivamo a salire solo nei momenti clou delle stagioni turistiche che erano, poi, gli stessi in cui Campiglio diventava invivibile. Era in voga il famoso “giro di Campiglio” in auto, dalla zona dello Spinale fino al centro e poi ritorno lungo viale Dolomiti di Brenta, che l’aveva completamente snaturata e che a noi, con le bambine piccole, risultava veramente spiacevole. La costruzione della galleria (inaugurata nel 1999, ndr) è stata la mossa vincente, una grandissima chance che Campiglio si è data. Ha fatto rinascere il cuore del paese, il piacere di vivere il centro, la piacevolezza di fare quattro passi tra i negozi. A quel punto ci siamo immediatamente riavvicinati.

cosa cambiereiQualcosa che proprio non le piace?
Ci si è fatti un po’ prendere la mano dalla costruzione del parcheggio annesso, a monte della galleria, che era giusto ci fosse ma che, come risultato, ha portato un casermone, una ferita che disturba e dispiace. E non lo dico perché, abitando lì vicino, potrei essere di parte. È opinione comune.

la mia campiglioLa Campiglio che ha nel cuore...

Quello che amo di Campiglio è che sa coniugare la mondanità con la sobrietà dell’ospitalità. Si vive in maniera serena, si conoscono belle persone e non c’è quella sensazione un po’ snob che si trova in altre località. Questo è un aspetto vincente, insieme alla visione sull’accoglienza dell’Azienda per il Turismo e, soprattutto, all’organizzazione unita alla previsione di crescita delle piste da sci delle Funivie
di Madonna di Campiglio che considero eccezionali, un unicum tra le località montane d’Italia. Aggiungo la qualità dei negozi e la gentilezza dei commercianti, un altro fattore di attrazione. E, poi, quello che amo in assoluto di più: l’opera della natura, le Dolomiti. Quando faccio le ultime curve per salire e mi appare il Brenta è sempre una sensazione wow. L’ambiente è meraviglioso d’inverno e d’estate, ma anche in primavera e in autunno. Il foliage che c’è, in alcuni particolari momenti della stagione, a Vallesinella, è da brividi, un’incredibile tavolozza di rossi, di gialli, di verdi.

il bisogno di stare bene a casaLa pandemia sta incidendo negativamente sul suo lavoro? Come sta vivendo questo periodo?

Al contrario, per me e il mio studio è un periodo di grande attività. Prima del lockdown eravamo esterofili, amanti dei viaggi e le seconde case di vacanza erano spesso abbandonate a loro stesse. Oggi, invece, le persone stanno scoprendo il bisogno di stare bene a casa, di vivere nel bello, di avere un’abitazione armoniosa con le rifiniture che corrispondono alla propria personalità. C’è un grandissimo ritorno alle abitazioni di famiglia che sono ristrutturate seguendo i criteri di funzionalità e attenzione all’estetica. Sto lavorando moltissimo, al limite delle mie possibilità, destreggiandomi tra il lockdown che c’è stato, le misure restrittive che ci sono e le limitazioni che ci saranno. La progettazione non si è mai fermata.


STEFANIA SANNA

CHI È
Stefania Sanna, interior designer di Imola, frequenta Madonna di Campiglio da quando era una bambina. Ha progettato l’arredamento di numerosi hotel e abitazioni ai piedi della “perla” delle Dolomiti di Brenta e anche la sua casa campigliana, con terrazza vista Crozzon. Il suo lavoro è fatto di Campiglio e moltissime altre città d’Italia.
IL LIBRO 
Presentato a Campiglio nel dicembre 2019, “Madonna di Campiglio”, il prezioso volume edito da 3ntini Editore, presenta i più bei progetti realizzati da Stefania Sanna a Campiglio. Case, chalet e hotel trasformati in un fantasioso scrigno di bellezza, forme, colori, materiali antichi, elementi contemporanei, sorprendenti dettagli.

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